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22/06/2022
» Legislazione

DETRAZIONI EDILIZIE E CESSIONE DEI CREDITI

LE CRITICITÀ E LE PROPOSTE DI CONFARTIGIANATO IN UN DOCUMENTO INVIATO IN PARLAMENTO

Osservazioni e proposte per risolvere le criticità emerse nella cessione dei crediti e sconto in fattura, sono state segnalate da Confartigianato lo scorso 20 giugno nell’ambito di un’indagine conoscitiva avviata dalla Commissione Finanze della Camera dei deputati.

Nell’ambito di un’indagine conoscitiva avviata dalla Commissione Finanze della Camera dei Deputati sulla cessione dei crediti edilizi e sconto in fattura, Confartigianato è stata chiamata a rappresentare la situazione che le imprese stanno vivendo a seguito delle ripetute modifiche normative che negli ultimi sette mesi hanno caratterizzato il settore, creando incertezza tra gli operatori ed un blocco del mercato dei crediti fiscali.

Nel documento inviato alla VI Commissione Finanze lo scorso 20 giugno 2022, redatto da Confartigianato congiuntamente alle altre Organizzazioni dell’artigianato e piccola impresa, è stata innanzitutto denunciata la grave crisi di liquidità in cui le imprese si trovano per aver concesso lo sconto e non aver contestualmente trovato cessionari disponibili ad acquistare il credito. Per contrastare l’ormai diffuso atteggiamento di chiusura di molti intermediari finanziari, soprattutto nei confronti di crediti di modesta entità, è stata manifestata la necessità di un intervento pubblico straordinario, al fine di consentire la monetizzazione dei crediti “incagliati”.

Le proposte per risolvere le diverse criticità puntualmente esposte nel documento, sono sintetizzate come segue:

  • ampliare la platea dei cessionari nei cui confronti le banche e i gruppi bancari possono in ogni caso effettuare la cessione, per consentire un buon assorbimento dei crediti fiscali;
  • consentire l’utilizzo oltre l’anno 2022 della quota di credito d’imposta non fruita scaturente dalla concessione di sconti in fattura: molte imprese, infatti, che hanno concesso lo sconto negli ultimi mesi dell’anno 2021, non hanno trovato cessionari disponibili all’acquisto dei crediti e, se non hanno la corrispondente “capienza”, rischiano di perdere la prima rata annuale per la parte non compensata;
  • riaprire il termine per la trasmissione delle comunicazioni di opzione, scaduto il 29 aprile 2022: sono molte le imprese che, per motivi diversi (inerzia di un soggetto terzo incaricato, rifiuto del cessionario per errori formali contenuti nella comunicazione di opzione) non hanno potuto trasmettere (o ritrasmettere) la comunicazione nel termine del 29 aprile. Peraltro, è stata rappresentata l’opportunità di prevedere, a regime, l’eliminazione di un termine rigido almeno per lo sconto in fattura, o di introdurre un termine più ampio; in alternativa, potrebbe essere introdotta la possibilità di una “remissione in bonis”.

Più in generale, è stato inoltre richiesto di eliminare l’obbligo di certificazione SOA, che introduce una barriera di accesso alle opere di più elevato valore, escludendo le piccole imprese e di ripristinare il limite di 70.000 euro riferito ai soli lavori edili per l’obbligo di indicazione del contratto collettivo edile nell’atto di affidamento e in fattura, al fine di ricondurre la norma alla finalità di garantire un elevato livello di sicurezza all’interno dei cantieri.

Da ultimo, andrebbero rese interoperabili le piattaforme utilizzate dai diversi istituti di credito al fine di semplificare ed unificare le procedure per l’istruzione delle pratiche di cessione.






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